Canon C700 Super-35 e Full Frame. Flessibilità e prestazioni.
Il mondo delle camere Canon EOS Cinema è differente da quello di tutti gli altri costruttori. Canon è un gigante tecnologico poliedrico, fortemente innovatore, ma capace di mantenere un'identità comune riconoscibile in tutti i suoi prodotti.
Dunque è sempre possibile individuare la firma unica della società giapponese, che si tratti di macchine fotografiche, obiettivi, videocamere o cinecamere. L'approccio costruttivo ed estetico, la forma e lo sviluppo dei menù, le caratteristiche tecniche rigorosamente determinate e certificate, fanno dei prodotti Canon su larga scala un esempio industriale univoco. Nello specifico delle camere per riprese in cinematografia elettronica, è immediato ed automatico confrontare il line-up Canon con quello di costruttori dedicati, principalmente Arri e RED. Tuttavia, il paragone ha un vizio nelle ipotesi iniziali: la scala delle aziende e i rispettivi campi di interesse. E' evidente che più ampia è la base di impegno, più difficile è raggiungere l'apice della specializzazione. Nel caso di Canon ciò non è verificato. L'azienda giapponese mantiene un’identità forte, a volte anticonvenzionale, ma difficilmente errata. In moltissimi casi la ricerca di Canon crea delle vere e proprie nuove tendenze tecnologiche.
La sua prima vera video camera per ripresa cine-like è stata la EOS C-300 nel 2011. Sette anni sono passati da allora, e a dispetto dei commenti iniziali, in cui fu aspramente criticato il conservatorismo delle specifiche e l'aspetto anticonvenzionale, quel modello ha in realtà creato un vero e proprio orientamento tecnologico. In un periodo storico in cui le camere per cinematografia dovevano evidenziare un'eredità forte con il corrispettivo analogico -dunque essere di grandi dimensioni, con pochi controlli essenziali, pesanti, robuste come carri armati- Canon fece il suo ingresso nel settore con un modello fisicamente posto agli antipodi. Percorrendo cioè la strada inversa a quella di tutti gli altri costruttori: non un’ ammiraglia, ma un modello posto a metà strada. La ricerca condotta attraverso scrupolosi confronti con professionisti del settore, con prototipi, prove sperimentali portò infatti a ipotizzare che il futuro della ripresa cine-like fosse identificato dai concetti di portabilità ed economia di impiego. In altre parole un’ipotesi di documentarismo dinamico ad alta qualità e a basso costo, con attenzione alla maneggevolezza, alla compatibilità con i supporti di movimentazione più moderni e con i supporti di memoria commerciali a basso costo. In un certo senso favorì una democratizzazione della produzione video di alto livello (in realtà già iniziata dalla stessa Canon con la macchina fotografica EOS 5D MK-II) e, di conseguenza, la proliferazione della generazione di contenuti a carattere filmico. Questo, in ultima analisi, costituisce la linfa vitale per le molteplici piattaforme di distribuzione: il digitale terrestre, satellite, streaming, etc. La storia dell’evoluzione delle camere EOS Cinema è del tutto anticonvenzionale; dopo la C-300 fu introdotta la C-500 a brevissima distanza, capace di registrare in 4K@50P, poi la C-100, variante entry level dello stesso concetto iniziale. Declinazioni diverse di uno stesso sensore e processo digitale, ma capaci di incontrare diverse esigenze professionali. Inevitabilmente, e a dispetto dei frettolosi detrattori, l'idea si dimostrò un successo commerciale travolgente. Nel 2014 Canon introduce la C300 MK-II, una camera totalmente nuova da ogni punto di vista, ma ancora racchiusa in un fattore di forma simile al modello precedente, ormai diventato popolare e iconico. Successivamente la rivoluzionaria C-200 che ha introdotto la registrazione RAW 4K in camera a costi di diversi ordini di grandezza inferiori rispetto al precedente stato dell’arte. E, contemporaneamente, gli stessi costruttori concorrenti hanno cominciato a seguire Canon sullo stesso terreno: camere come Alexa Mini, RED Epic e Scarlet, Sony FS-7/5, Panasonic EVA sono le camere più ispirate al concetto iniziale della C-300.
Ma nel 2017, saltando un atteso aggiornamento della C-500, Canon sorprende ancora con la sua filosofia invertendo la rotta e presentando la C-700. Un vero corpo A, un'ammiraglia di line-up, di dimensioni, pesi e fattori di forma vicini alla camera leader incontrastata di mercato: la famiglia Arri Alexa. Qui nel seguito se ne darà una descrizione sintetica, rimandando alle specifiche complete ufficiali per ulteriori approfondimenti.
Caratteristiche generali
La C-700, oggi è disponibile sia con sensore Super 35 (nella variante Rolling Shutter e Global Shutter) che con sensore Full Frame. Nelle intenzioni di Canon la camera è stata progettata per ospitare molteplici sensori di dimensioni e risoluzioni differenti. Questo include il Full frame, ma upgrade futuri a formati ancora più ampi sono fattori considerati nei criteri progettuali del corpo macchina. L’idea è di avere un sistema che può essere aggiornato o espanso nelle sue possibilità, senza necessità di dover alienare le sue parti principali: lo chassis, l’involucro esterno e gli accessori principali. Questo è esattamente quanto implementato correntemente con il modello C700 FF. L’unica parte della camera ad essere sostituita (o sostituibile a partire dalla versione Super-35) è, infatti, la sola scheda contenente il sensore.
Il sistema della C700 è dunque costituito da un parallelepipedo di dimensioni 16.7 x 15.4 x 32.7 cm con un peso di 3.4kg. Considerando il suo target di Corpo-A, è un risultato decisamente interessante. In paragone il corpo camera della Arri Amira pesa 4.1 Kg, quello della Alexa SXT pesa 6.9 Kg, quello della Alexa LF ben 7.8 kg. Quando è completamente attrezzata, e l’ottica applicata, ovviamente peso e ingombri crescono, ma peso e fattore di forma permettono di poterla impiegare ancora come camera a spalla senza modificarne drammaticamente il setup. Ciò non è immediatamente vero, ad esempio, per una camera più compatta del fattore di forma “C-300 like” (anche non Canon), dove si rende quasi sempre necessario l’impiego di un rig per adattarla alla morfologia umana. Al fine di rendere la camera spallabile, sono disponibili accessori dedicati Canon (ad esempio SU-15) oppure di altre case produttrici (la stessa Arri ha in catalogo una linea completa di accessori meccanici per la personalizzazione di un corpo C-700).
La C-700 è comunque una camera di dimensioni generose, in verità anche piuttosto lunga quando è equipaggiata con il registratore Codex RAW dedicato e le batterie posteriori!
Tuttavia il corpo è dotato di una piastra superiore ed inferiore completamente cosparsa di fori filettati ¼” e 3/8”. Ciò la rende super flessibile in termini di aggancio di qualsivoglia tipo di accessorio e dunque molto pratica per adattarsi ad ogni tipo di setup di ripresa.
Al solito, la camera è disponibile con attacco ottica EF o PL (sostituibile semplicemente con poche operazioni). Nel caso di aggancio EF, la flangia meccanica è del tipo Positive lock.: non è l’ottica a ruotare sul mount per fissarsi in posizione, ma è il mount stesso a ruotare intorno all’ottica per bloccarla. Questo permette di eliminare alla fonte ogni tipo di gioco meccanico e permette un solido accoppiamento meccanico tra obiettivo e corpo macchina. La versatilità della C-700 non si esaurisce in questa opzione, è possibile infatti utilizzare anche obiettivi broadcast B4 2/3” in HD o UHD con un adattatore ottico proprietario Canon (il MO-4E da B4 ad EF, il MO-4P da B4 a PL). Dal punto di vista ottico l’adattatore espande lievemente il formato originario del circolo di immagine 2/3” in un cerchio di diametro circa 1” Tale area corrisponde ad un numero di pixel uguale alla risoluzione 1920×1080 sul sensore della C-700 (la modalità Super-16 sia nella versione Super-35 che FF, è attivata automaticamente quando l’adattatore è montato sulla camera). Questo criterio progettuale aiuta a minimizzare la perdita di luce attraverso l’adattatore mantenendo nel contempo inalterata la profondità di campo nativa del formato 2/3” HD. Per l’alimentazione e il controllo delle ottiche B4 servo assistite la C-700 dispone ovviamente di un connettore Hirose 12 poli sulla parte frontale del corpo (che inoltre abilita al controllo automatico e da remoto del diaframma).
Sensore
La versione Full Frame (FF) dispone di un sensore Dual Pixel -il fantastico sistema AutoFocus a rilevamento di fase differenziale già noto dalla C-300 MK-II- rolling shutter CMOS da 20,8 Mpel ad elevatissima velocità di lettura (al fine di minimizzare il warping da shutter non globale) e incredibili prestazioni in termini di rapporto S/N (le camere Canon EOS cinema sono tradizionalmente poco rumorose). L'area effettiva è 38.1×20.1 mm (diagonale da 41 mm), composta da 18.69 Mpel, 5952×3140 (5.9 K), che fornisce un rapporto di aspetto di 1.89:1 (17:9). Il sensore risoluzione nativa 5.9K permette di ricavare componenti RGB 4K da un oversampling, con risultati attesi per il segnale risultante in 4K/UHD di estrema pulizia e nitidezza. Si noti che il rapporto di aspetto nativo in 17:9 è compatibile con ottiche sferiche e anamorfiche 1.3x, ma può essere riadattato all'anamorfico 2x, con un crop di due strisce verticali ai lati del sensore al fine di ottenere il previsto rapporto 4:3 (sebbene alcune prove effettuate dimostrino che esistono ottiche anamorfiche 2x che coprono l'intera area del sensore della C-700 FF senza bisogno di crop). Questa è una filosofia duale a quella dei sensori “Open Gate” in 4:3 che sono già predisposti per ottiche anamorfiche 2x, ma poi prevedono un crop con strisce orizzontali rispettivamente nella parte superiore e inferiore per riadattarli alle ottiche sferiche (unitamente ad un rapporto di aspetto 16:9 o 17:9). In entrambi gli approcci la conversione comporta un leggero fattore positivo di zoom derivante dal crop dell'area fotosensibile utile rispetto al diametro del circolo di immagine proiettato dall’ottica. Nella C-700 l'immagine anamorfica 2x è poi dilatata elettronicamente in senso orizzontale (de-squeezing) sia nel viewfinder che sulle uscite Monitor.
In comparazione, la versione Super-35 ha un sensore da 11.54 Mpel mantenendo inalterate le caratteristiche elettriche in termini di rumore e resilienza alle panoramiche veloci. La sua area effettiva massima è 28.9×15.2 mm (32.6 mm di diagonale) divisa in 8,85 Mpel organizzati in 4096×2160 elementi HxV. L'area utile di ogni pixel è la stessa nei due casi, pari a 6.4 micron. Ciò permette anche di ottenere una gamma dinamica di 15 stop per entrambi i modelli. Dunque la C-700 Super-35/FF è pienamente classificabile come camera ad elevato range dinamico (HDR), compatibile evidentemente con le curve di trasferimento Elettrico-Ottiche (EOTF) sia PQ che HLG. Il viewfinder OLED allo scopo dispone utilmente di una modalità operativa che simula la visione HDR. La versione Full Frame ha tre configurazioni possibili per il sensore: Full Frame, Super-35 e Super-16 (la versione Super-35 ha solo l'opzione Super-16). La scelta, eseguita in fase di setup della camera, stabilisce anche la massima area registrabile dell'immagine raccolta dal sensore.
Processo digitale
Dal punto di vista del processo digitale, i dati grezzi del sensore sono gestiti da tre processori Digic DV-5. La sigla Digic è l’acronimo Canon per “Digital Imaging Integrated Circuit”. I processori lavorano in simbiosi con altri sottosistemi della camera come le ottiche sensorizzate e la struttura Dual Pixel stessa del sensore per attivare le varie funzioni a supporto della generazione di immagini. Tra queste, la correzione automatica e in tempo reale delle aberrazioni cromatiche laterali (per i modelli compatibili, che scambiano cioè metadata con il corpo camera) e, se non utilizzati RAW, la compressione dalla rappresentazione digitale lineare secondo le curve logaritmiche Canon Log 1-2-3. Tale processo è il cuore della straordinaria qualità delle immagini prodotte ed è in sostanza la regola di mappatura dei campioni ad elevato numero di bit in un numero di parole codice corrispondenti ad un numero minore di bit: 10 o 12. La curva 1 è ereditata dal modello capostipite (riadattata ai 10/12 bit), leggermente ripida nelle zone delle basse luci, e permette una post produzione agile senza troppi interventi di ripristino dei corretti rapporti di contrasto. La curva 2 è invece quella che sfrutta la completa dinamica del sensore (l'immagine risultante è dunque “piatta”e richiede molta perizia nel controllo dell'illuminazione della scena e della conseguente esposizione.). Il grading ha sicuramente maggiore spazio di correzione, ma richiede altresì tempi ed esperienza maggiori. La 3 è una scelta intermedia che, al costo di uno stop di dinamica in meno (nelle basse luci), consente di avere un maggior controllo dell’esposizione nelle ombre ed evitare, in fase di grading, la comparsa di rumore nelle zone più sottoesposte, qualora volessero essere estratte ed evidenziate. Dal punto di vista del gamut colorimetrico e della colour science, Canon è sicuramente all'avanguardia. Lo spazio colore nativo è ben più ampio del BT.2020 ma ciò che risulta caratteristica comune in tutto il line-up delle camere EOS Cinema è la riproduzione degli skin tones, a dir poco perfetta con tutte le fonti di illuminazione: artificiale, naturale, con gli spettri più diversi.
La C-700 supporta infine ACES 1.0 (Academy Color encoding System). Impiegando le tabelle IDT (Input Device Transform) fornite, le immagini catturate con la camera possono essere direttamente importate in sistemi di post produzione che supportino ACES.
Ulteriormente, l’uscita video della camera può essere monitorata in modalità ACES Proxy. Ciò permette alla camera di inviare ad un monitor compatibile un segnale che simuli lo spazio colore previsto dal contenitore. Le modifiche apportate utilizzando il proxy ACES possono essere salvate e importate in una fase di post produzione successiva per ritrovare in grading le scelte fotografiche e stilistiche effettuate sul set.
I monitor Canon 17, 24, 30” (serie DP-V) supportano la visualizzazione di un’immagine in spazio ACES. La C-700 dunque può essere, ad esempio, impostata per registrare in RAW con il suo registratore Codex dedicato e contemporaneamente inviare l’immagine live ad uno dei monitor reference Canon succitati. Se inviata in RAW i monitor debayerizzano automaticamente i dati grezzi in tempo reale e possono convertirli secondo lo spazio colore ACES. In aggiunta a tale modalità di visualizzazione i monitor 17” e 24” sono HDR e permettono la conversione dei Canon Log (e di altre curve logaritmiche come Arri C-Log e Sony S-log 2/3) rispettivamente in PQ o HLG.
Filtri ND e Accessori Meccanici
Analogamente alla C-300 MK-II, la C-700 dispone di filtri ND in vetro ottico ad inserimento meccanico servo assistito. Il range di attenuazione ottica è analogamente incrementato fino a 10 stop, e per questo i filtri sono ora disposti in due strati sovrapposti, azionati a seconda della modalità prescelta. In quella standard le gradazioni disponibili sono 0, 2,4,6 Stop. In quella espansa sono sovrapposti due ulteriori filtri da 2 e 4 stop. Ciò porta ad incrementare a 8 e 10 gli stop di attenuazione massima. Tuttavia, data la presenza di due filtri sovrapposti al posto di uno singolo, il sistema genera anche un utile avviso che consiglia sempre di controllare il fuoco!
La camera dispone di un ampio schermo di controllo posto sul fianco sinistro (osservando la camera dalla parte posteriore). Molto simile per impostazione al classico stile Arri Alexa -di fatto uno standard nell'Industria- permette la navigazione nei menù senza oscurare la vista dell’immagine nel viewfinder sovrapponendoli e consente di agire rapidamente sulle funzioni di più frequente impiego con tasti dedicati (ISO, shutter, slow and fast motion, White Balance etc.). Opzionalmente è disponibile un secondo schermo di controllo identico per funzionalità –il Canon OU-700-, da posizionare a cerniera sul lato destro del corpo camera. All'occorrenza può essere staccato e allontanato (con apposito cavo di estensione) per controllare la camera da remoto.
Come tutti i corpi “A” la camera è dotata di connettori standard Lemo, posti in un’unica fila sulla parte anteriore destra, utilizzabili per l'alimentazione di accessori a 12 VDC e a 24 VDC (Ricevitori Radio Fuochi, Trasmettitori Video, etc.).
Connettività e sezione Audio
In termini di connettività la C-700 offre molteplici soluzioni per la connessione con apparati Video e Audio esterni. Nella sezione video, sono presenti quattro uscite 3G-SDI (utilizzabili anche per il RAW e un’uscita debayerizzata live 4K@50p), due ulteriori uscite HDSDI di monitoria, un’uscita HDMI (anche 4K@50p) e un connettore proprietario per il collegamento di uno splendido viewfinder OLED al altissimo contrasto in HD, il Canon EVF-V70. Ogni uscita può essere configurata per tutti gli usi immaginabili e sui BNC Monitor possono essere sovraimpressi gli strumenti interni a disposizione (peaking, LUT, Focus assist, Falsi colori, magnificazione, caratteri di servizio, Waveform e VectorScope, markers). Il sistema C700 (sia Super-35 che FF) supporta anche le LUT di utente, che possono ovviamente essere caricate e sovraimpresse alle immagini in Monitoria, visualizzate nel ViewFinder o applicate anche in fase di registrazione. La parte video è completata con il connettore Genlock Input. Presente sul corpo, infine, il classico connettore di alimentazione XLR-4 10-34 DVC.
La sezione Audio è similmente completa. L’audio può essere esportato embeddato sui segnali video in uscita (sia sui connettori 3G-SDI, HDSDI e HDMI) oppure dal terminale Headphone. La macchina ha la capacità di registrare 4 tracce PCM 48KHz@24 bit. Particolare cura è evidente nel posizionamento dei terminali Audio di ingresso e dei relativi controlli. I connettori XLR (sia per Audio analogico che digitale AES/EBU), il BNC del Timecode, headphone e i relativi commutatori per il livello sono posizionati l’uno accanto all’altro. In molte camere, invece, questi si trovano sparsi su tutto il corpo macchina, talvolta costringendo letteralmente ad avvolgerlo con i vari cavi. E’ inoltre possibile registrare un audio ambiente sulle tracce 3 e 4 tramite il microfono annegato nel corpo macchina. Non si tratta naturalmente di un segnale di elevata qualità, ma si rivela molto utile disporne quando occorra sincronizzare un audio registrato esternamente con le immagini catturate in camera.
IP Streaming e altre caratteristiche
La camera permette uno streaming IP contestuale alla ripresa /registrazione delle immagini. Funziona con i decoder compatibili, software di streaming IP e altri dispositivi per lo streaming in tempo reale. La EOS C700 supporta il contenitore MPEG2-TS con protocolli UDP, RTP, RTSP+RTP.
La camera può inoltre connettersi ad una rete Wi-Fi impiegando un adattatore Canon apposito (WFT-E6A / WFT-E8A). Con questo accessorio si può controllare la camera e vedere le immagini live da remoto usando un normale tablet, smartphone o laptop dotati di web browser.
Un altro adattatore, il Canon GP-E1, permette di geolocalizzare le riprese aggiungendo i relativi metadata GPS (orario, altitudine, longitudine e latitudine) alle clip.
Infine, il pannello RCP Canon RC-V100 può essere collegato alla camera al terminale Remote (si tratta di una connessione seriale in RS422). Questo è un metodo alternativo, più vicino al mondo Broadcast mainstream, per il controllo remoto delle funzioni della camera.
Registrazione
La camera registra HD e 4K internamente su supporti C-Fast 2.0. Il formato di compressione principale è il noto XF-AVC introdotto con successo con la C-300 MK-2. Permette una qualità elevatissima pur essendo molto efficiente in termini di bit rate (la base è MPEG-4/AVC H.264 ovviamente). Non è dunque necessario disporre di supporti di memorizzazione proprietari. Una scheda da 128 GB permette la registrazione di circa 20 minuti di video in XF-AVC 4K@50p al bit rate di 810 Mbps (Y,Cb,Cr 4:2:2 @10bit). Alternativamente è possibile impiegare il ProRes 4444 e 422HQ in 4K e in HD. Con una memory card SD a portata di mano è anche possibile registrare simultaneamente in HD un XF-AVC proxy a 35/24 Mbps-Long GOP. Da tenere conto che se la camera è impiegata con le modalità di registrazione speciali (Slow Motion, Fast Motion, Interval recording etc.) il file Proxy non sarà registrato.
Molto interessanti sono invece le possibilità offerte dal registratore esterno dockable Codex CDX-36150, il quale prevede gli stessi supporti Capture Drive 2.0 (1 TB o 2TB) adottati da Arri per la Alexa SXT. Su questo apparato è possibile registrare il nuovo RAW Canon (12 bit fino a 25 fps in 5.9 K, 50 fps in 5.9 K, 4K, 10 bit fino a 120 fps in 4K, 240 fps in 2K) completamente trasparente, dunque non contenente guadagno, curva di gamma e punto di bianco già preimpostati), ma è possibile registrare anche 4K ProRes a 50 fps e 2K ProRes fino a 168 fps. Il vero tallone d'Achille di questa soluzione è rappresentato dal costo ancora molto elevato dei supporti di registrazione Capture Drive 2.0. Tuttavia, essendo in comune con quelli impiegati per Arri (e Panasonic Varicam 35), la convenienza del loro noleggio è, viceversa, molto attraente. Il codex CDX-36150 una volta agganciato alla camera permette di alimentare l'intero sistema camera da una piastra batteria (V-Lok o Gold Mount) oppure da una fonte 10-34 VDC tramite un connettore Lemo.
Dual Pixel CMOS Auto Focus
Dal momento che le ottiche Full Frame mostrano una minore profondità di campo delle corrispondenti in Super-35 a parità di angolo ripreso e distanza di messa a fuoco, lo strumento del Focus Guide nella C-700 FF EF si rivela ancora più utile che nel caso della versione Super-35 EF. Già noto per essere presente sulla C-300 MK-2 (in versione con mount EF), si tratta di un indicatore grafico sovrimpresso all'immagine visualizzata nel viewfinder che permette di stabilire se il fuoco operato a mano (su ottiche compatibili con tale funzione) è corto o lungo. In aggiunta, lo stile grafico dell'indicatore con frecce orientate permette di stabilire subito in che direzione ruotare la ghiera del fuoco sull’obiettivo per avvicinarsi al fuoco perfetto. Quando il fuoco è ottimo, l'indicatore cambia colore e da grigio diventa verde. Per le applicazioni run-and-gun, o laddove si utilizzino supporti mobili senza la presenza di un focus puller, l'auto focus continuo è un'alternativa che assicura il mantenimento del fuoco con transizioni morbide (e velocità di risposta controllabile) e prive di alcuna sovra o sottoelongazione. A tutti gli effetti il Dual Pixel Auto Focus è la caratteristica più innovativa dei sistemi di ripresa cinematografica Canon. E, a tutt'oggi, le prestazioni del sistema e la sua integrabilità con l'immenso parco di ottiche fotografiche EOS (tutte Full-Frame evidentemente!) sono inarrivate.
La struttura dei Menù
La C-700 dispone dei un'interfaccia utente di accesso rapido molto simile a quella di camere concorrenti della stessa classe. Uno schermo di controllo posto sul fianco sinistro, dispone di 6 tasti di controllo e di una manopola per lo scorrimento dei menù o delle opzioni di un singolo parametro. Ma lo schermo di controllo consente l’accesso ai menù organizzati identicamente a quelli diventati celebri attraverso i modelli EOS Cinema capostipite (e simili a quelli presenti sulle macchine fotografiche EOS). La struttura è ad albero con sottomenù classificati chiaramente ed univocamente per l'insieme organico di funzioni raccolte sotto di essi. E' quindi possibile trovare i menù dedicati alle impostazioni fotografiche della camera, alla Registrazione, al Time-Code, all'Auto Focus, alle impostazioni per la Rete, all'Audio. La navigazione assistita dalla manopola è davvero semplice e di utilizzo immediato. Una pagina custom con 6 funzioni assegnabili da utente (e richiamabili dai tasti posti intorno allo schermo) può essere inoltre configurata a piacere.
La camera dispone infine di una funzione che impedisce di utilizzare i tasti di controllo. Tale dispositivo è molto utile nel momento in cui il setup sia quello previsto per le riprese, al fine di evitare modifiche accidentali delle impostazioni. Tutti i stati saranno dunque disabilitati oppure tutti tranne quello di start/stop della registrazione.
Tutti i tasti della camera sono inoltre retroilluminati per poterli individuare e azionare anche in ambienti bui.
Conclusioni
Come è solito attendersi, l'analisi approfondita di una camera, di una macchina fotografica, di un qualsiasi dispositivo Canon per impiego professionale, non genera mai momenti di stupore autentico per una caratteristica tecnica evidente, per un dato, o un parametro prestazionale. Canon è un'azienda che conquista gli utilizzatori in un tempo più lungo con la filosofia operativa e il perfetto bilanciamento delle sue realizzazioni. I suoi prodotti raramente tradiscono le aspettative, e, anzi, conquistano inevitabilmente dopo il primo periodo di apprendistato. Le caratteristiche tecniche sono sempre equilibrate, la facilità e l’ergonomia d’impiego sempre estremamente curate, i software sempre ultra stabili e maturi, la razionalità di progetto ad un livello spesso definibile come “artistico”. Lo stesso vale per la C-700. E' una camera con scarsa diffusione nel nostro paese a causa principalmente dello strapotere commerciale di Arri e RED. Ma laddove sia stata impiegata (ad esempio in alcune puntate speciali di Meraviglie/Ulisse realizzate dalla RAI) ha generato apprezzamento unanime per la straordinaria qualità delle immagini e per la grande flessibilità di impiego. La possibilità di adattarsi alle ottiche EF integrando sia la funzione Auto-Focus, sia la correzione automatica delle aberrazioni cromatiche, espande il campo di applicabilità a livelli inimmaginabili per una camera di questa classe. E, fattore non meno importante, considerando l'appartenenza ad una fascia prestazionale popolate da camere come Alexa LF, Alexa SXT, RED EPIC, Sony Venice, la C-700 offre un importante vantaggio economico. Ulteriormente è una camera costruita in modo impeccabile, altamente prestazionale, estremamente flessibile, tale da permettere persino incursioni nel mondo del Broadcast mainstream con la compatibilità nativa con le ottiche 2/3″ HD e UHD. Nella sua variante Full Frame permette l'ingresso ad un fotografia ricercata e all'anamorfico 2x. Il tutto a costi decisamente più contenuti rispetto ai concorrenti nello stesso segmento. Un vero diamante nero da scoprire, riconsiderare e valorizzare.
Sergio Brighel
Technical Director
Trans Audio Video srl
Articolo tratto da Digitalproduction.tv – Numero 9